Il Metodo
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La credenza che la realtà che ognuno vede sia l’unica realtà è la più pericolosa delle illusioniP. Watzlawick
Il mio lavoro fonda le sue radici nell’orientamento sistemico-relazionale.
Questa prospettiva parte dal presupposto secondo cui l’uomo è un “animale sociale”: l’identità individuale viene considerata il risultato delle relazioni significative che la persona ha intrattenuto nel corso della sua vita. Attraverso il dialogo e l’interazione con l’altro, l’uomo costruisce i suoi processi mentali e la sua conoscenza, sviluppa ed esercita la ragione.
Al fine di spiegare il comportamento dell’individuo, l’attenzione viene focalizzata sull’ambiente in cui esso è vissuto, sul sistema, sulla rete di relazioni significative di cui egli è parte.
Ciò significa che il disagio individuale viene letto non come problema dell’individuo, bensì come espressione di disagio di uno dei sistemi di appartenenza.
Viene solitamente privilegiata l’ottica familiare, ma le dinamiche disfunzionali possono svilupparsi nel sistema coppia, nell’ambiente lavorativo, nel gruppo amicale etc.
L’intervento terapeutico mira all’osservazione delle modalità di relazione tra il soggetto e il suo sistema di appartenenza, con l’obiettivo di modificare, attraverso un processo di co-costruzione con il terapeuta, i modelli disfunzionali presenti nel contesto in cui si è sviluppato il disagio, stimolando le risorse del sistema e rafforzando sia il funzionamento individuale che quello relazionale.
Si possono intraprendere percorsi
- Individuali
- Di coppia
- Familiari
Il lavoro si struttura in due fasi. La prima è la consultazione psicologica, che si definisce in un numero limitato di incontri ed ha l’obiettivo di inquadrare il disagio portato dall’individuo.
Una volta definita la situazione, si decide insieme se e in che modo proseguire, concordando frequenza e tempistiche, e condividendo gli obiettivi da raggiungere. In alcuni casi sarà già possibile, con pochi incontri aggiuntivi alla consultazione, ridefinire il disagio portato; in altri casi, invece, sarà più indicato co-costruire un percorso maggiormente strutturato.
“Il sintomo è la miglior soluzione che l’individuo ha trovato per affrontare il problema” – V. Ugazio –
L’orientamento sistemico-relazionale, grazie al suo sguardo orientato sulle dinamiche relazionali e comunicative, risulta idoneo non solo per disturbi individuali (disturbi d’ansia, panico, fobie, ossessioni, disturbi depressivi) ma si è rivelato elettivo per problematiche in cui vi è un importante coinvolgimento della famiglia (disturbi alimentari, psicosi), e difficoltà di coppia (conflitti e disturbi della sfera sessuale).
Intervenendo sulle dinamiche disadattive esistenti nel qui ed ora, sui processi comunicativi disfunzionali ed essendo orientato alla soluzione del problema, il lavoro a matrice sistemico-relazionale viene considerato un trattamento di tipo breve